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Neyen Srl - Sostenibilità Ambientale ed Economica per la tua Impresa
08/05/2023

Gli importanti impegni di transizione energetica presi dall’UE

L’Italia, come tutti i Paesi Membri della UE, ha sottoscritto importanti impegni di transizione energetica, per favorire la decarbonizzazione dell’economia e in particolare del settore della produzione di energia.

Gli impegni sono stati formalizzati nel gennaio 2020 con la pubblicazione del cosiddetto PNIEC o Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.

Successivamente, anche a causa delle tragiche vicende geopolitiche che hanno segnato gli ultimi 18 mesi, l’Europa si è impegnata a rilanciare in chiave ancora più ambiziosa i propri obiettivi, con l’adozione di due direttive, Fit For 55 e RepowerEU, che portano tutti gli Stati Membri a rivedere a rialzo i propri obiettivi.

È quindi prevista entro giugno di quest’anno la versione aggiornata del PNIEC, come confermato di recente dal Ministro Pichetto Fratin. Nell’attesa di sapere quali saranno i nuovi contenuti del piano, molti analisti stanno presentando dei report per valutare come si sta muovendo il nostro Paese nel raggiungimento degli impegni presi e quali strumenti adottare per far fronte ai nuovi e più ambiziosi target.


Il nostro punto di vista del mercato

Neyen è una società giovane, ma il nostro team può vantare un’esperienza nel settore delle rinnovabili che risale a tempi “pioneristici”, addirittura precedenti agli anni del famoso (e famigerato) Conto Energia. Forti della nostra esperienza ci permettiamo di fare qualche breve riflessione a partire dai dati disponibili e da quanto sperimentiamo sul campo ogni giorno.

Dal punto di vista del mercato, possiamo affermare che è un periodo positivo per il fotovoltaico. Diversi elementi concorrono nello spingere sempre più soggetti a intraprendere la strada dell’autoproduzione di energia rinnovabile, tra questi:

  • la necessità di ridurre i costi energetici e in generale di evitare gli stress finanziari dovuti alla volatilità dei costi dell’energia;
  • la crescente attenzione alla sostenibilità che proviene dal pubblico generale dei consumatori e che si manifesta con azioni sempre più concrete anche nella catena delle forniture;
  • l’aumento di fiducia verso una tecnologia come il fotovoltaico, ormai conosciuta da tutti, e la consapevolezza che realizzare un impianto fotovoltaico significa realizzare un investimento profittevole con alti tassi di ritorno;
  • la diffusione di strumenti innovativi per finanziare la realizzazione degli impianti come i contratti PPA o il noleggio operativo;
  • la presenza di importanti forme di incentivo disposte sia a livello nazionale che regionale, tra cui bandi per il sostegno in conto capitale degli investimenti, finanziamenti a tassi agevolati ecc (ad esempio il Bando Agrisolare, che sarà nuovamente aperto nei prossimi mesi di quest’anno)
  • a nascita di nuove forme di investimento partecipativo e condivisione dell’energia attraverso le Comunità Energetiche Rinnovabile e i Gruppi di Autoconsumo Collettivo.

Se da un lato quindi le opportunità non mancano e il clima tra gli operatori è complessivamente positivo, dall’altro il nostro Paese ha di fronte un percorso per niente facile per arrivare a rispettare gli obiettivi che si è dato.


Dove siamo oggi e dove dovremmo essere

Secondo quanto indicato dal PNIEC attualmente in vigore, l’Italia dovrebbe installare entro il 2025 impianti eolici per complessivi 15.950MW e impianti fotovoltaici per complessivi 28.550MW di potenza. Nel 2030 si dovrebbero raggiungere 19.300MW per l’eolico e 52.000MW per il fotovoltaico.


I dati più recenti disponibili sul sito di Terna, mostrano che attualmente la potenza fotovoltaica installata è pari a 25.720MW mentre per l’eolico siamo fermi a 11.950MW. Se per il 2025 gli obiettivi potrebbero quindi essere alla portata, per arrivare al 2030 in target è necessario un fortissimo incremento nel tasso di installazione di nuovi impianti. Tutto ciò, lo ripetiamo, senza considerare che la revisione PNIEC attesa per giugno alzerà l’asticella ancora più in alto richiedendo una crescita delle installazioni ancora più corposa.


Per farci un’idea sulla possibilità di realizzare le nostre ambizioni, può essere interessante vedere l’andamento storico della potenza installata di queste due tecnologie, nel nostro Paese e, per confronto, con alcuni tra i principali Paesi europei. Il grafico qui sotto è un’elaborazione di Neyen sui dati pubblicati nello Statistical PocketBook 2022 della UE. Si vede molto chiaramente che, al di là della Germania, indiscussa leader continentale del settore, gli altri Paesi procedono a rilento. In particolare l’Italia, dopo l’exploit del quinquennio 2010-2015 caratterizzato dalla presenza dei già citati incentivi del Conto Energia, è rimasta sostanzialmente al palo. Infatti, la curva della potenza cumulata di fotovoltaico ed eolico si è decisamente appiattita negli anni più recenti. Le performance sono addirittura peggiori rispetto a Paesi con decisamente meno sole di noi (i Paesi Bassi) o con un sistema elettrico storicamente fondato su altre fonti (il nucleare in Francia).

Potenza e densità

I numeri assoluti però raccontano solo una parte della storia: possiamo affinare il confronto mettendo in relazione la potenza di eolico e fotovoltaico con altri parametri caratteristici di ciascun Paese.

Calcolando il dato pro-capite scopriamo che ciascun cittadino tedesco dispone di una potenza di generazione da queste due fonti doppia rispetto a un italiano, rispetto al quale solo i francesi se la passano peggio.

Un altro indicatore interessante è la , cioè quanti kW di eolico e fotovoltaico sono installati rispetto alla superficie di ciascun Paese. In questa classifica l’Italia risale qualche posizione, ma il messaggio che se ne trae è sempre il medesimo: c’è grande margine per fare meglio.





Opportunità o imposizione?

Non abbiamo la presunzione di credere che questa trattazione sia esaustiva: gli indicatori che abbiamo utilizzato danno una visione parziale che non tiene conto di tutti i fattori che determinano la politica energetica di un Paese. Pensiamo però siano sufficienti a concludere che il settore delle rinnovabili e la transizione energetica sono una straordinaria opportunità per l’Italia, in particolare attraverso il fotovoltaico, che permette di sfruttare l’ottimo irraggiamento solare che investe lo stivale. Le rinnovabili come risorsa, non solo per migliorare l’ambiente o mitigare il cambiamento climatico, ma perché le rinnovabili sono al centro di un settore dinamico, fortemente innovativo e al tempo stesso solido: nel 2022 il comparto fotovoltaico + eolico ha dato lavoro a 21.200 persone. L’auspicio, quindi, è che la nuova versione del PNIEC sia gestita come una nuova opportunità invece che come un’imposizione e che tutti insieme, operatori del settore, imprenditori, amministrazioni e semplici cittadini e cittadine si riesca a far prendere a quella curva una nuova pendenza in crescita.

Abbiamo una sfida davanti: affrontiamola insieme!

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